Scienze e TecnologiaInvenzione in tre passi. Di uso quotidiano

di Samuele Graziani

Tre passi. Tre personaggi. Tre sono i personaggi che ci accompagneranno nei tre passi di questa invenzione: il prete botanico Francis Wolle, l’inventore Luther Childs Crowell, e l’inventrice Margareth Mattie Knight.
Quale invenzione? A suo tempo, tra un po’.

Il primo passo risale al 1852, anno del primo brevetto rilasciato a Wolle per la macchina per realizzare la nostra invenzione. Francis Wolle viveva a Bethlehem, un piccolo paese della Pennsylvania, era un botanico, era un maestro. L’invenzione di cui ci occupiamo impegnò Wolle per diversi anni. Dovette girare la Pennsylvania in lungo e in largo per convincere i potenziali acquirenti dell’utilità della sua invenzione. Gli servirono 17 anni prima di riuscire, nel 1869 con il fratello, a costituire una società per la produzione della sua, della nostra invenzione, arrivando a realizzarne mille pezzi al giorno.
Secondo passo. Luther Childs Crowell, anch’egli americano, viveva in una città di mare, che doveva la sua principale fortuna economica alle ostriche. Crowell era un solitario, un pensatore. La gente riteneva che fosse troppo strano, che fosse troppo eccentrico, che non fosse sano di mente. Eppure, o forse in effetti, nella sua vita ottenne ben 280 brevetti, spaziando dalla tipografia agli elicotteri, ai motori a combustione interna. Nel 1872, all’età di trentun’anni, ottenne il brevetto per la seconda versione della nostra invenzione. Aveva migliorato quella di Wolle dandole una forma migliore: la base quadrata.
Terzo ed ultimo passo. Margareth Mattie Knight, anch’ella americana, una vera eccezione della storia. Una eccezione perché in un mondo maschilista è una inventrice donna. Inizia precoce, a 12 anni, inventando un meccanismo di sicurezza per l’arresto immediato di un mulino tessile, per la sicurezza dei lavoratori. L’idea scaturisce da un incidente al quale assiste nel mulino dove lavora il fratello. Essendo donna ed essendo minorenne l’invenzione non le viene riconosciuta. Dovrà aspettare, aspettare sino ai 30 anni, età in cui le verrà riconosciuto il suo primo brevetto, quello che a noi interessa. Il suo contributo alla nostra invenzione, al lavoro di Wolle e Crowell, è quello di creare la macchina per appiattire il fondo. Wolle inventa, Crowell definisce la forma della base, Mattie crea la macchina per realizzarla. E la nostra invenzione fu quella che diede il via a Mattie, che negli anni successivi ottenne ben 26 brevetti, tanto da poter essere considerata una Edison al femminile.

Ma è ora di avvicinarsi all’invenzione: parliamo di carta.

Tralasciamo la storia millenaria della carta, seppur interessantissima, e andiamo a guardare il 1550 circa, quando apparve il primo imballaggio di carta usa e getta. I produttori di carta tedeschi, infatti, iniziarono ad utilizzare imballaggi di carta di bassa qualità per avvolgere e proteggere le loro produzioni di carta di qualità superiore. Passiamo poi al 1700, quando iniziarono a diffondersi etichette di carta stampate, utilizzate su fiale per medicinali e bottiglie di vetro, e successivamente su contenitori per tabacco e guanti. E infine andiamo al secolo successivo… il nostro amato Ottocento, quando inizia la produzione di massa di etichette e imballaggi di carta. Stiamo quindi parlando di imballaggi di carta; usa e getta, ci siamo quasi. Facciamo l’ultimo passo: aggiungiamo il cibo.
I primissimi imballaggi per preservare il cibo iniziarono a diffondersi su richiesta di Napoleone, che nel 1795 offrì una cifra enorme a chi avesse inventato un modo funzionante per conservare il cibo per i suoi soldati. Da lì partirono i primi esperimenti e le prime invenzioni che passando dal vetro, dal ferro, dall’alluminio, dall’acciaio, dallo stagno arrivarono alla latta nel 1811, quando i cibi in scatola iniziarono ad avere l’aspetto di quelli odierni e iniziarono la loro diffusione.

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Gennaio-Marzo 2007 (Numero 6)

La casa di Carducci, attorno al 1850 (particolare)
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