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Marco Balzano

a cura di Carmela Di Matteo

E io odio piangere. Odio piangere perché è da idioti, e perché non mi consola. Mi fa solo sentire spossata, senza più voglia di mandare giù un boccone o di infilarmi la camicia da notte prima di andare a dormire. Invece bisogna curarsi, stringere i pugni anche quando la pelle delle mani si copre di macchie. Lottare a prescindere.

Pubblicato da Giulio Einaudi Editore, 2018
Vincitore del Premio Bagutta 2019, Finalista al Premio Strega 2018, Vincitore del premio Asti d'Appello 2018

Il romanzo, scritto in maniera diretta, racconta la storia di una donna, Trina, che ha dimostrato il proprio attaccamento alla terra natale e alla famiglia.

Già la punta del campanile che emerge dal lago di Resia come il busto di un naufrago sull’acqua increspata, con il suo forte impatto emotivo, basterebbe ad uno spettatore sensibile a fare intuire la storia del piccolo paese di Curon, in Val Venosta, nel cuore del Sudtirolo.
Ma per molti è solo un’attrazione turistica. Come se sotto l’acqua non ci fossero le radici dei vecchi larici, le fondamenta delle nostre case, la piazza dove ci radunavamo. Come se la storia non fosse esistita. Trina, rivolgendosi alla figlia, dà voce alla storia della sua terra e a quella più intima e personale. E lo fa in modo commovente e coinvolgente.

Il romanzo inizia negli anni ‘20 del secolo scorso, quando l’avvento del fascismo cambia la vita e le tradizioni dei paesi e degli abitanti del Sudtirolo, terra di confine. Anche Trina, maestra elementare, subisce le conseguenze di questo vento di cambiamento: deve imparare la lingua italiana per poter continuare ad insegnare e parlare il tedesco solo di nascosto. Ma il fascismo sostituisce gli insegnanti sudtirolesi con insegnanti veneti, lombardi, siciliani. Allora diventa un’insegnante delle Katakombenschulen, scuole clandestine aperte nei masi, nei fienili, nelle cantine, per trasmettere ai bambini la conoscenza del tedesco. Si innamora di un uomo, Erich Hauser, che sposa e dal quale ha due figli, Michael e Marica.
Nel ‘39, ai sudtirolesi che accettano di lasciare la propria terra per recarsi nel Reich, Hitler promette nuove case. Marica, a dieci anni, una notte scompare e solo dopo si scoprirà che è scappata in Germania con gli zii, la sorella e il cognato di Erich. Un dolore latente che non abbandonerà mai Trina.

Molti partono, ma Trina e suo marito restano.

Nel frattempo scoppia la guerra ed Erich viene arruolato. Un giorno torna ferito gravemente e decide di non combattere più. Trina si nasconde con il marito disertore in montagna, affrontando prove durissime.
Terminata la guerra rientrano in paese, ma per Curon ancora non c’è pace. Una grossa azienda italiana ha ripreso la costruzione di un’enorme diga iniziata prima della guerra. Trina ed Erich contrastano con tutte le loro forze la costruzione della diga nel tentativo di salvare la loro comunità, ma è tutto inutile, perché il paese di Curon verrà cancellato e inesorabilmente sommerso dall’acqua.

Marco Balzano è nato a Milano nel 1978, dove vive e insegna. Ha pubblicato raccolte di poesie, saggi e i romanzi Pronti a tutte le partenze (Sellerio, 2013), L'ultimo arrivato (Sellerio, 2014), vincitore del Premio Campiello 2015, e Il figlio del figlio (Sellerio, 2016). Per Einaudi, oltre a Resto qui (2018), ha pubblicato il saggio Le parole sono importanti (2019). Marco Balzano ha ottenuto numerosi riconoscimenti e i suoi libri sono tradotti in diversi Paesi.

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